Il ginocchio ha una conformazione anatomica perfettamente adatta a sopportare gli stress meccanici e di carico.
Ginocchio varo:
Alcune persone però, presentano una deformazione dell’articolazione in varismo, comunemente detta “ginocchia ad arco”: in questo caso i capi articolari perdono la loro capacità di ammortizzare efficacemente il peso perché cambia completamente l’asse meccanico dell’arto inferiore. La tibia e il femore perdono il loro allineamento e tendono a formare un angolo sul piano frontale.
Questo significa che, durante la fase di carico, il ginocchio varo presenta un aumento del carico sulle strutture della parte mediale del ginocchio e un aumento della tensione a carico delle strutture del compartimento laterale (bendeletta ileo-tibiale, capsula articolare, legamento collaterale laterale…) che tende ad aprirsi a livello della rima articolare: ci troviamo quindi ad avere uno sforzo meccanico applicato sull’articolazione che non viene più assorbito dal piatto tibiale in toto, ma solo da una piccola parte…ne consegue che il carico supera di gran lunga la resistenza del tessuto cartilagineo.
Queste sollecitazioni portano a sviluppare rapidamente un quadro artrosico.
LE POSSIBILI SOLUZIONI:
É possibile intervenire in 4 modi, a seconda della gravità della patologia:
1. Plantare valgizzante per ridurre il carico sull’articolazione (fase iniziale)
2. Ginocchiera ergonomica per ridurre la tensione gravanti sulle strutture laterali del ginocchio (fase iniziale)
3. Osteotomia valgizzante per aumentare la superficie di distribuzione del carico (contropatia , senza evoluzione artrosica)
4. Protesi articolare monocompartimentale o totale (artrosi in fase troppo avanzata)
Ginocchio valgo:
In presenza di un valgismo (una deformità detta anche “ginocchia ad X”), la superficie di contatto femoro-rotulea si riduce drasticamente:
l’articolazione in fase di carico tende ad “aprirsi” a livello della rima mediale (parte interna del ginocchio) e a “chiudersi” nella sua parte laterale…ciò significa che cambia completamente l’asse di carico tra il femore e la tibia.
Cambia anche l’asse di trazione del quadricipite che in contrazione tenderà a spostare lateralmente la rotula, quindi si riduce anche la superficie di contatto femoro-rotulea…insomma, un bel caos.
Camminare diventa davvero complicato e il dolore é difficile da sopportare: le strutture della parte mediale del ginocchio (capsula, zampa d’oca, legamento collaterale mediale, etc.) sono sottoposte ad uno stress non indifferente, e le superfici articolari laterali impattano e degenerano velocemente sviluppando una patologia artrosica.
LE POSSIBILI SOLUZIONI:
In fase iniziale possiamo intervenire per rallentare il peggioramento in maniera conservativa:
1. Con un plantare varizzante per ridurre il carico sul comparto laterale del ginocchio
2. Con una ginocchiera vazizzante per ridurre la tensione delle strutture mediali del ginocchio
3. Con la fisioterapia per riequilibrare il braccio di leva del quadricipite, rinforzando soprattutto il vasto mediale
In fase avanzata é necessario intervenire chirurgicamente:
4. Con un’osteotomia varizzante per aumentare la superficie di contatto femore-tibiale, se la sofferenza della cartilagine non è ancora esitata in una artrosi conclamata
5. Con una protesi articolare mocompartimentale o totale se l’artrosi é ormai in fase molto avanzata