In questi ultimi anni il tempo di ricovero necessario in seguito ad un intervento di protesi d’anca si è notevolmente ridotto rispetto al passato: con le innovative tecniche chirurgiche mini-invasive sono sufficienti circa 5/7 giorni perchè il paziente raggiunga le prime autonomie nel camminare con le stampelle, effettuare i passaggi posturali più semplici (come alzarsi dal letto e sdraiarsi per esempio) e adempiere alle operazioni per l’igiene personale quotidiana. Il ricovero può protrarsi fino a 15 giorni nel caso di pazienti anziani.
Da anni utilizzo la tecnica chirurgica AMIS per la protesizzazione dell’articolazione dell’anca: eseguo un accesso anteriore mini-invasivo che, a differenza delle altre tecniche, non implica nessun distacco tendineo durante l’atto chirurgico, quindi le perdite ematiche sono molto ridotte e il dolore nel post operatorio è accettabile. Grazie a queste prerogative, la riabilitazione, nel periodo immediatamente post-chiururgico, risulta estremamente veloce e assolutamente non traumatica per il paziente.
Io e la mia equipe facciamo riferimento al protocollo FAST TRACK, studiato per consentire al paziente di tornare alle normali attività di vita quotidiana nel più breve tempo possibile, acquisendo facilmente confidenza con il nuovo impianto e con un cammino fisiologico.
I miei pazienti vengono mobilizzati nella stessa giornata dell’intervento e possono riprendere a camminare entro 12 ore, il più delle volte senza richiedere una terapia farmacologica antalgica.
Sin dalla prime ore dopo l’intervento, sprono il paziente ad una rapida mobilizzazione, a flettere l’arto operato e a sollecitare la muscolatura: torno a ripetere che questa tecnica determina minime perdite ematiche e il paziente non si trova dopo l’intervento a dover fare i conti con dei dolori insopportabili, e questa situazione favorisce la compliance del paziente che risulta da subito propenso ad iniziare la riabilitazione.
Il cammino risulta fluido e confidente già in terza giornata post-operatoria, giornata nella quale si inizia con la rieducazione all’uso delle scale.
I miei pazienti spesso mi chiedono come devono comportarsi, quali posizioni devono assumere a letto oppure quali attenzioni devono avere durante la giornata: questo tipo di tecnica mi permette di tranquillizzare il paziente e di incoraggiare un decubito libero nel letto e durante il sonno. Con le tecniche classiche purtroppo il paziente è esposto ad un alto rischio di lussazione: deve prestare molta attenzione durante i passaggi posturali, avendo cura di mettere un cuscino tra le ginocchia mentre è a letto e di utilizzare un “alza-water” perchè la posizione seduta con l’anca flessa favorisce la lussazione della protesi dall’acetabolo.
Questo tipo di libertà è, a mio avviso, fondamentale, anche perchè garantisce un corretto riposo durante le ore notturne, e quindi agevola un percorso riabilitativo ottimale.
Incoraggio da subito i miei pazienti perchè rapidamente tornino alle loro attività giornaliere e alla loro autonomia: spiego correttamente il tipo di intervento che hanno subito, in modo che essi stessi siano coscienti delle loro possibilità di movimento e di recupero.
La tecnica chirurgica AMIS permette di intraprendere un protocollo riabilitativo così celere come il FAST TRACK perchè non è necessario attendere i lunghi tempi di cicatrizzazione dei tendini o delle cicatrici conseguenti. Queste caratteristiche assicurano notevoli benefici per i pazienti sottoposti a sostituzione protesica articolare con tecnica anteriore mini-invasiva:
- recupero celere del cammino entro le 24 ore dall’intervento
- abbandono di una stampella già dopo 15 giorni dall’intervento: in seguito il paziente può abbandonare completamente le stampelle nel momento in cui egli stesso si sente sicuro nel farlo
- rapido ritorno alle principali autonomie: ad esempio è possibile tornare a guidare l’automobile dopo soli 15/20 giorni dall’intervento, con la possibilità di una gestione autonoma negli spostamenti e quindi una libera gestione anche delle attività riabilitative ambulatoriali
- celere ripresa dell’attività sportiva
In fase pre-operatoria mi avvalgo dell’utilizzo di software dedicati alla pianificazione dell’intervento: mi permettono di prevedere con un bassissimo margine di errore il corretto posizionamento dell’impianto, studiando nello specifico ogni singolo paziente con le sue peculiarità.
Durante l’intervento rispetto con precisione la pianificazione e preservo l’integrità delle strutture tendinee, in modo da ottenere parametri anatomici funzionali che ricalchino fedelmente le caratteristiche anatomiche del paziente stesso: questo è un altro punto fondamentale per garantire percorsi di riabilitazione sicuri e rapidi. Il paziente grazie a questi accorgimenti percepisce fin da subito una postura equilibrata e affine alla propria: le metrie (lunghezze) degli arti sono adeguate e il paziente si sente stabile.
Purtroppo molto spesso il paziente arriva da me piuttosto tardi: il quadro artrosico è ormai molto avanzato e quindi la muscolatura risulta inevitabilmente deficitaria: la riabilitazione è fondamentale dopo l’intervento di protesi d’anca non tanto per rendere confidente la nuova articolazione, ma soprattutto per recuperare i deficit muscolari antecedenti l’atto chirurgico.
La riabilitazione deve essere rivolta anche ad un riequilibrio funzionale delle articolazioni degli altri distretti, come il ginocchio e la zona lombo-sacrale: spesso i pazienti arrivano all’intervento dopo lunghi periodi di dolore e limitazione con alterazioni posturali globali: questo è il percorso riabilitativo più lungo, che verrà affrontato dal paziente con il proprio fisioterapista di fiducia con trattamenti ambulatoriali.
Il paziente dovrà essere riabilitato e rieducato per evitare compensi dannosi e posture non corrette.
La riabilitazione post intervento di protesi d’anca inizia riabilitando da subito la fiducia del paziente in se stesso: libero da paure e da divieti, deve dimenticarsi di avere subìto questo intervento in 30 gg.
Il percorso riabilitativo seguirà poi indirizzi specifici, formulati su ogni paziente: è fondamentale ottimizzare il recupero anche in funzione delle attività giornaliere di ogni paziente, e questo diventa ancor più importante per un corretto ritorno allo sport.
Valuto ogni singola richiesta relativa al ritorno allo sport, consigliando e valutando attitudini e desideri: per ogni sport va valutato e analizzato il gesto sportivo specifico.
Reputo fondamentale la collaborazione a stretto contatto con i fisioterapisti, con un continuo confronto mirato al migliore recupero per il paziente.
Se il paziente lo richiede, la riabilitazione viene ottimizzata e resa ancora più performante mediante l’uso della pedana robotica Hunova.
E’ un innovativo strumento riabilitativo che esegue un’accurata analisi di migliaia di dati relativi alla postura, alla stabilità, alla forza e al coordinamento del gesto, permettendo così di ottimizzare il percorso fisioterapico di ogni singolo paziente.
Il sistema Hunova dispone di un software per elaborare le informazioni rilevate attraverso i sensori della pedana baropodometrica, e attraverso dei sensori posizionati sul bacino e sul busto del paziente: in questo modo è possibile individuare con precisione quali siano i deficit più significativi per finalizzare il percorso riabilitativo ad un equilibrato recupero globale della muscolatura e della postura.
Il percorso riabilitativo in cui il fisioterapista è affiancato dalla pedana robotizzata Hunova risulta ancora più celere e mirato: il paziente viene trattato mediante esercizi specifici, ottimizzati nell’esecuzione mediante un controllo diretto.