La protesi di ginocchio monocompartimentale è un intervento che dà grandi risultati, duraturi nel tempo, ma ci devono essere due fondamentali presupposti:
- l’intervento deve essere eseguito con una tecnica chirurgica estremamente precisa
- le indicazioni devono essere assolutamente corrette per quel paziente, perchè non è un intervento consigliabile nella totalità dei casi
Questo tipo di operazione è decisamente dipendente dalla manualità del chirurgo: in letteratura si è ben definito che centri con un’ampia casistica e con numeri importanti in termini di interventi svolti (come il centro da me diretto) hanno risultati migliori e più duraturi.
Nell’intervento di sostituzione articolare monocompartimentale è fondamentale ottenere un orientamento preciso delle componenti e un corretto asse di carico: ipercorreggere porterebbe inevitabilmente a destabilizzare il ginocchio e a sovraccaricare il comparto sano che in poco tempo diventerebbe artrosico e sintomatico.
Per l’esecuzione di questo intervento è ancor più importante l’uso del Robot Navio: una console con software integrato e manipolo a fresa rotante.
Mediante un palpatore, dopo l’esposizione dell’articolazione, si esegue una mappatura della parte del ginocchio da protesizzare e quindi una ricostruzione anatomica tridimensionale del ginocchio e una pianificazione di taglia e dimensione della protesi da impiantare.
Mediante l’uso di sensori, il robot Navio valuta l’asse anatomico dell’arto inferiore e la stabilità e cinematica del ginocchio: questi sono i parametri fondamentali da rispettare nella protesizzazione monocompartimentale del ginocchio.
Una volta eseguito il corretto planning per prevedere come si comporterà l’articolazione del ginocchio in esame con l’impianto della protesi, eseguo i tagli ossei mediante il manipolo a fresa rotante, evitando, grazie al controllo del software, anche i più piccoli errori.
L’impianto della protesi verrà eseguito con una precisione impossibile all’occhio umano: ciò evita anche le più piccole imprecisioni e rende impossibile errori di iper o ipocorrezione dell’asse anatomico.
L’orientamento delle componenti risulterà sempre ottimale e favorirà una maggiore durata nel tempo.
Il paziente acquisisce una confidenza celere con l’impianto protesico e una propriocezione fisiologica: il ricovero programmato è di pochi giorni e l’abbandono delle stampelle si ha in genere in 2 settimane.
In questi ultimi anni ho trattato un’ampia casistica di pazienti con questa metodica ottenendo una progressiva riduzione del tempo di esecuzione dell’intervento: sono sicuro che il dato più importante sarà la durata delle protesi impiantate.